Missione Speciale Omega

Pochi matrimoni nel mondo del lusso e del cinema sono così solidi come quello tra Omega e James Bond, seppur magistralmente combinati. Dal 1995 – dopo il Rolex che lo scrittore Ian Fleming aveva messo al polso del suo agente segreto più famoso al mondo, e che aveva indossato anche il primo 007 di Sean Connery – James Bond ha affidato la sua puntualità e le sue missioni a un orologio Omega Seamaster. Questa partnership, iniziata come una scelta stilistica, si è evoluta in una profonda collaborazione, portando non solo momenti iconici sul grande schermo, ma anche una (lunghissima) serie di edizioni speciali per collezionisti e appassionati.

In questo articolo ripercorriamo, film per film, questa storica partnership analizzando tutti gli orologi più iconici di Bond e le edizioni limitate.
Gli inizi di una nuova era: Pierce Brosnan e il Seamaster al quarzo
Prima del 1995, 007 aveva indossato diversi orologi. Ma con l’arrivo di Pierce Brosnan, la costumista premio Oscar Lindy Hemming fu categorica: un uomo come James Bond, Comandante della Royal Navy, avrebbe indossato un Omega Seamaster, data la storica e comprovata fornitura di orologi Omega al Ministero della Difesa britannico. E così fu.
In “GoldenEye” (1995) il debutto avvenne con un Omega Seamaster Professional 300M (Ref. 2541.80.00). Caratterizzato dal quadrante blu con il distintivo motivo a onde, lunetta blu in alluminio anodizzato e un movimento al quarzo, questo orologio era un gadget fondamentale, dotato di un laser per tagliare l’acciaio e di un detonatore a distanza. L’orologio divenne immediatamente un’icona, il “Bond Watch” per eccellenza.

Nelle tre pellicole “Il Domani non Muore Mai” (1997), “Il Mondo non Basta” (1999), “La Morte può Attendere” (2002) Bond rimase fedele al Seamaster Professional 300M, ma passò alla versione automatica con certificato di cronometro, la Ref. 2531.80.00. L’estetica rimase pressoché invariata, ma le funzioni introdotte dal genio di Q si evolsero: l’orologio fu in grado di detonare cariche, emettere una potente luce e persino sparare un rampino con tanto di cavo. Un po’ troppo forse, ma questa è Hollywood!

In occasione del 40° anniversario della saga, nel 2002, Omega lanciò anche la prima vera edizione limitata a tema: il Seamaster Diver 300M 40th Anniversary James Bond (Ref. 2537.80.00). Prodotto in 10.007 esemplari, presentava il logo 007 ripetuto sul quadrante blu e uno speciale fondello con il logo della saga e il numero dell’edizione.

L’arrivo di Daniel Craig: eleganza e fisicità
Con l’arrivo di Daniel Craig, il personaggio di Bond divenne più fisico, oscuro e realistico, quasi più umano. Anche i suoi orologi si adattarono a questo cambiamento, alternando la robustezza dei diver professionali all’eleganza di modelli più classici.
In “Casino Royale” (2006), per la prima volta, Bond indossa due orologi diversi. Nella sequenza di apertura, sfoggia un Seamaster Planet Ocean 600M (Ref. 2900.50.91) da 45,5 mm con cinturino in caucciù, un orologio imponente e tecnico. Per il resto del film, 007 torna al più classico Seamaster Diver 300M (Ref. 2220.80.00), aggiornato però con lo scappamento Co-Axial.
Anche in questo caso Omega celebrò il film con due diverse edizioni limitate. Il Diver 300M “Casino Royale” (Ref. 2226.80.00), limitato a 10.007 pezzi, presentava il logo 007 come contrappeso della lancetta dei secondi e un fondello con il logo del film. Fu lanciato anche un Planet Ocean “Casino Royale” (Ref. 2907.50.91), in 5.007 esemplari, con caratteristiche simili.

Bond indossa un Seamaster Planet Ocean 600M (Ref. 2201.50.00) anche nella pellicola “Quantum of Solace” (2008), ma in una nuova versione più sobria e contenuta da 42 mm con bracciale in acciaio. Arricò anche (l’ennesima) edizione speciale: l’Omega Seamaster Planet Ocean 600M “Quantum of Solace” (in 5.007 pezzi) si distingueva per un quadrante nero la cui texture richiamava l’impugnatura della Walther PPK di Bond. Il logo del film era elegantemente inciso al laser sul vetro zaffiro.

Poi arrivò “Skyfall” (2012). Anche in questo film, il Bond di Craig indossa due diversi orologi. Per le scene d’azione, indossa un Planet Ocean 600M (Ref. 232.30.42.21.01.001). Nelle scene più eleganti a Londra, sceglie per la prima volta un modello più classico, un Seamaster Aqua Terra 150M (Ref. 231.10.39.21.03.001) con quadrante blu a righe verticali. E naturalmente arrivano anche le edizioni speciali: per celebrare i 50 anni di Bond al cinema, Omega creò due pezzi. Il Planet Ocean 600M “Skyfall”, limitato a 5.007 esemplari, con il logo 007 a ore 7 e un rotore di carica personalizzato visibile dal fondello. In parallelo, fu lanciato il Seamaster Diver 300M “James Bond 50th Anniversary”, con quadrante nero decorato dal monogramma 007 e un fondello con un rotore a forma di “fondello di proiettile” stilizzato.

La svolta di Spectre e il fenomeno dei cinturini NATO
“Spectre” (2015) segna un punto di svolta fondamentale nella partnership. Per la prima volta, l’orologio in edizione limitata venduto al pubblico è lo stesso identico modello indossato da James Bond nel film. Si tratta del Seamaster 300 “SPECTRE” Limited Edition (Ref. 233.32.41.21.01.001). Questo segnatempo, un omaggio ai diver storici di Omega, presenta una lancetta dei secondi “lollipop”, una lunetta girevole bidirezionale con scala delle 12 ore (per un secondo fuso orario) e, soprattutto, è allacciato al polso di Bond con un cinturino NATO a strisce nere e grigie.

Sebbene i cinturini in nylon avessero origini militari (standard del Ministero della Difesa britannico dagli anni ’70), fu proprio Spectre a sdoganarli nel mondo del lusso. Il cinturino NATO divenne un accessorio di moda, un modo per conferire a un orologio di prestigio un look più informale, pratico e “tattico”. Omega colse immediatamente il trend, lanciando una propria linea di cinturini NATO di altissima qualità, inclusa la celebre versione “Bond” grigio/nero. Versione che, in una sorta di multiverso orologiero, proveniva proprio da James Bond, quello di Sean Connery in “Licenza di uccidere” (1962). In questo film, 007 indossava un Rolex Submariner 6538 con un cinturino NATO in colorazione blu/verde/rosso, un escamotage della produzione – da ciò che è dato sapere – per rendere l’orologio più adatto alle scene d’azione.

Per il suo ultimo film“No Time to Die” (2021) Daniel Craig (oggi ambassador Omega) è stato coinvolto direttamente nel processo di design dell’orologio. Il risultato è il Seamaster Diver 300M 007 Edition (Ref. 210.90.42.20.01.001). Questo modello segna un’altra prima volta: non è un’edizione limitata, ma un orologio di produzione standard, sebbene speciale. Realizzato in titanio, il quadrante e la lunetta in alluminio hanno una colorazione “tropical brown”, che evoca l’aspetto degli orologi vintage. Sul quadrante e sul fondello compare la “Broad Arrow”, simbolo che storicamente designava le proprietà del governo britannico, sottolineando lo status di Bond come agente militare. In occasione dell’uscita del film, poi, Omega ha anche proposto un esclusivo “James Bond Set”, limitato a 257 cofanetti, contenente due orologi (uno in acciaio e uno in oro giallo) all’interno di una valigetta Globe-Trotter.

Ma le edizioni speciali non finiscono qui. Per celebrare i 60 anni di James Bond sul grande schermo nel 2022, Omega ha rilasciato altri due orologi commemorativi. Il principale è un Seamaster Diver 300M in acciaio (Ref. 210.30.42.20.03.002). Ispirato al Seamaster di “GoldenEye”, ha un quadrante in alluminio blu e una lunetta dove il tradizionale triangolo a ore 12 è sostituito dal numero “60”. A questo si affianca una lussuosissima versione in oro Canopus Gold, con una lunetta tempestata di diamanti verdi e gialli a richiamare i colori della bandiera giamaicana, patria di Ian Fleming.


Una cosa è certa, quello tra Omega e James Bond non è più un semplice product placement, è un legame diventato parte della cultura pop. Ogni orologio ha segnato un’evoluzione di 007, e le edizioni speciali hanno permesso ai fan di possedere un pezzo del mito. C’è solo una cosa che un po’ tutti ci chiediamo: tutte queste edizioni limitate sono davvero così “speciali”, alla fine?

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