Omega Seamaster: l’evoluzione di un’icona

L’Omega Seamaster non è solo un modello all’interno di una collezione di diver. È un orologio che ha letteralmente navigato per oltre settant’anni attraverso il tempo, trasformandosi da elegante segnatempo per gentiluomini, a robusto strumento subacqueo professionale, fino a diventare un’icona di stile e innovazione tecnologica, consacrato poi al polso dell’agente segreto più famoso del mondo (e di cui parlerò in un prossimo pezzo). Oggi però voglio ripercorrere la saga dell’Omega Seamaster, dalle sue origini nel secondo dopoguerra (ebbene sì), passando per le riedizioni heritage e diver che ne hanno rinvigorito il mito, fino ad approdare agli attuali Seamaster Diver 300M, veri e propri capolavori di orologeria moderna.

La storia del Seamaster inizia nel 1948, un anno significativo per Omega, che celebrava il suo 100° anniversario. Il mondo si stava riprendendo dalle ferite della Seconda Guerra Mondiale, e l’esperienza maturata da Omega come fornitore di oltre 110.000 orologi al Ministero della Difesa britannico si rivelò fondamentale. Erano orologi militari puri, progettati per resistere alle condizioni più estreme, dimostrando grande robustezza e indiscussa affidabilità. Omega decise di trasferire questo know-how tecnologico in un orologio civile.

Il primo Seamaster non era, come si potrebbe pensare oggi, un orologio subacqueo. Era piuttosto un “dress watch”, pensato per la città, il mare e la campagna: per farci tutto insomma. E il suo nome, Seamaster, deriva dall’innovativo utilizzo di una guarnizione o-ring in gomma per il fondello. Questa tecnologia, presa in prestito dai sottomarini e dagli aerei, garantiva un’impermeabilità superiore rispetto alle tradizionali guarnizioni in piombo o gommalacca di una volta, mantenendo l’integrità dell’orologio anche a fronte di grandi sbalzi di temperatura e pressione. I primi Seamaster erano infatti garantiti fino a 60 metri, una profondità notevole per l’epoca per un orologio non specificamente progettato per le immersioni. Esteticamente, questi modelli erano eleganti e sobri, con casse piccole (intorno ai 34 mm), quadranti chiari e il celebre medaglione con l’ippocampo inciso sul fondello, un simbolo di resistenza all’acqua che sarebbe diventato il marchio di fabbrica della collezione.
Il vero punto di svolta avvenne nel 1957. In quell’anno, Omega lanciò la sua “Trilogia Professionale” di tool watch: lo Speedmaster per i piloti, il Railmaster per gli scienziati e gli ingegneri, e il Seamaster 300 (referenza CK 2913) per i subacquei professionisti. Questo fu il momento in cui il Seamaster si trasformò da orologio elegante a diver professionale. E infatti il Seamaster 300 era radicalmente diverso dai suoi predecessori. La cassa fu portata a 39 mm di diametro per un uso più professionale, il quadrante passò da chiaro a nero per aumentare il contrasto, le lancette assunsero l’iconica forma “Broad Arrow” per diventare più leggibili. Ma l’elemento più importante fu l’introduzione di una lunetta girevole bidirezionale con scala dei 60 minuti, indispensabile per calcolare i tempi di immersione.

Dopo decenni di evoluzioni, il Seamaster ricevette la consacrazione globale nel 1995, quando Pierce Brosnan indossò un Omega Seamaster Professional 300M (ref. 2541.80.00, al quarzo) nel film “GoldenEye”. La costumista Lindy Hemming scelse l’Omega perché riteneva che un comandante della Royal Navy come James Bond avrebbe indossato un Seamaster, data la storia del marchio con l’esercito britannico. Probabilmente è vero, ma va detto, per dovere di cronaca, che il James Bond nato dalla penna di Ian Fleming indossasse un Rolex, ma questa è un’altra storia…
Il primo Seamaster di 007, con il suo quadrante blu decorato da un motivo a onde, le lancette scheletrate, la lunetta smerlata e la caratteristica valvola per la fuoriuscita dell’elio a ore 10, definì l’estetica del Seamaster per un’intera generazione e fino ad oggi. Divenne immediatamente “il Bond Watch”, un fenomeno di marketing e cultura pop che legò indissolubilmente il nome Seamaster all’agente 007.

Ma la storia del Seamaster, lo abbiamo detto, è lunghissima. E Omega, complice il rinnovato interesse per i design storici da parte degli appassionati, iniziò a realizzare una serie di riedizioni heritage. Quello che forse possiamo definire il capolavoro di questa tendenza fu presentato a Baselworld 2014: il Seamaster 300 Master Co-Axial. Non fu una semplice riedizione, ma una re-ingegnerizzazione completa del mitico modello del 1957, con materiali e meccanica all’avanguardia. La lunetta era in ceramica con indici in Liquidmetal, il quadrante “sandwich” con un disco inferiore di Super-Luminova e, soprattutto, l’orologio era animato dal nuovissimo calibro Master Co-Axial 8400. Questo orologio fu un successo strepitoso, dimostrando che era possibile creare un segnatempo dal sapore vintage perfetto per l’uso quotidiano moderno.

Nel 2018, in occasione del 25° anniversario del “Bond Watch”, Omega ha poi completamente rinnovato la sua linea di punta, il Seamaster Diver 300M. Le novità furono sostanziali e incisive. La cassa fu leggermente ingrandita a 42 mm. Il quadrante, in ceramica lucida [ZrO2], vide il ritorno del celebre motivo a onde, questa volta inciso al laser con una precisione e una profondità eccezionali. La lunetta venne trasformata anch’essa in ceramica, e la valvola per la fuoriuscita dell’elio fu ridisegnata con una forma conica brevettata. All’interno questi nuovi Seamaster furono equipaggiati con i calibri Co-Axial METAS, come l’8800. Ciò significa che ogni orologio non è solo certificato come cronometro dal COSC, ma supera anche una serie di 8 rigorosi test stabiliti dall’Istituto Federale Svizzero di Metrologia. Insomma, il nuovo Omega Seamaster Diver 300M era pronto a diventare uno dei migliori diver di lusso sul mercato.
![Nel 2018, per il 25° anniversario del “Bond Watch”, Omega ha rilanciato il Seamaster Diver 300M con cassa da 42 mm e un nuovo quadrante in ceramica lucida [ZrO2], impreziosito dal motivo a onde inciso al laser con straordinaria precisione. Completano l’evoluzione la lunetta in ceramica, la valvola dell’elio ridisegnata e il calibro Co-Axial METAS 8800, rendendolo un punto di riferimento tra i diver di lusso.](https://www.orafix.com/wp-content/uploads/2025/07/6-1024x512.webp)
Oggi, assieme allo Speedmaster, l’Omega Seamaster è indubbiamente il prodotto di punta di un catalogo vasto e, forse, anche fin troppo saturo. Nonostante ciò, Omega continua a “innovare” presentando novità con assidua costanza e cadenza quasi mensile. Una politica che di sicuro tiene sempre vivo l’interesse verso il brand ma che, al contempo, potrebbe costituire un disincentivo per chi vuole un orologio di lusso speciale che però invecchia troppo presto.
Ma questa è l’orologeria, baby.

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